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La fine della Repubblica negoziale?

Non è un mistero che la nostra Costituzione, nata anche quale reazione storica alla dittatura, ha disegnato un sistema di pesi e contrappesi molto incisivo, tale da imbragare qualsiasi tentativo autoritario. Ora, questo sistema – così pensato astrattamente in origine – ha finito col tempo per diventare un sistema di costante e pervasiva negoziazione di ogni scelta ad ogni livello: in Parlamento, al Governo, nelle Regioni. Ogni scelta deve passare per mille tavoli, mille livelli e mille stakeholder. Quella che è nata come una repubblica parlamentare, insomma, è degradata in una repubblica negoziale: che è la forma di governo “materiale” del nostro paese da decenni, a prescindere dalla “Costituzione più bella del mondo”. Ecco, la riforma va nella direzione contraria: cerca di sfoltire gli snodi di contrattazione, di agire in riduzione sui gangli della perenne e italianissima mediazione degli interessi, operando – seppur in modo limitato – sul piano dell’efficacia delle scelte, che vengono maggiormente concentrate. Si tratta insomma della tendenziale diminuzione degli snodi di contrattazione nel nostro sistema costituzionale: e su questo voteremo.

La fine della Repubblica negoziale?

Non è un mistero che la nostra Costituzione, nata anche quale reazione storica alla dittatura, ha disegnato un sistema di pesi e contrappesi molto incisivo, tale da imbragare qualsiasi tentativo autoritario. Ora, questo sistema – così pensato astrattamente in origine – ha finito col tempo per diventare un sistema di costante e pervasiva negoziazione di ogni scelta ad ogni livello: in Parlamento, al Governo, nelle Regioni. Ogni scelta deve passare per mille tavoli, mille livelli e mille stakeholder. Quella che è nata come una repubblica parlamentare, insomma, è degradata in una repubblica negoziale: che è la forma di governo “materiale” del nostro paese da decenni, a prescindere dalla “Costituzione più bella del mondo”. Ecco, la riforma va nella direzione contraria: cerca di sfoltire gli snodi di contrattazione, di agire in riduzione sui gangli della perenne e italianissima mediazione degli interessi, operando – seppur in modo limitato – sul piano dell’efficacia delle scelte, che vengono maggiormente concentrate. Si tratta insomma della tendenziale diminuzione degli snodi di contrattazione nel nostro sistema costituzionale: e su questo voteremo.